Horror

cb785f297880c705abe79f99e0fa5a67.jpgA me piace scrivere così, in maniera infantile. Da Schopenhauer ho imparato che il maggior elogio per uno scrittore è quello di sentirsi chiamare “ingenuo”. Questa parola sottolinea, infatti, che egli può mostrarsi così com’è e di solito l’ingenuità riesce attraente, mentre ciò che è innaturale ripugna sempre. D’altronde per essere lodati bisogna essere modesti il che, modestamente, mi è difficile. Ma si deve provare! Quello che sto cercando di fare scrivendo questa righe, è il mio tentativo di diventare scrittore.  E’ un mio difetto, lo so, perché oggi tutti vogliono fare lo scrittore, e allora io cosa dovrei fare? Che lavoro potrei trovare? Sono capace di dire solo la verità, non farò mai carriera! Allora mi sforzo continuamente di essere diverso da tutti, come si dice, per emergere. Ma più lo faccio, più mi accorgo che già lo fanno tutti… l’unica soluzione allora sarebbe stare fermi. Ma anche questo già lo fanno tutti! E comunque non mi arrendo così facilmente, d’altronde io scrivo per i miei amici, se scrivessi per i miei lettori non saprei a chi scrivere. E poi capii fin da subito che volevo fare lo scrittore, appena nato piangevo perché volevo restare nel miglior posto d’osservazione. Da allora, ne è passata molta di acqua sopra i ponti… e dalla vita non ho ancora imparato le cose importanti, non distinguo ancora bene la destra dalla sinistra, ad esempio. Tuttavia è necessario guardare avanti… ma prima indietro e vedere dove si è arrivati, per poi superarsi. E’ inutile far finta di niente guardandosi attorno, si rimane sempre allo stesso punto, non si cresce. Vi faccio un esempio, osserviamo la nostra vita e immaginiamola come un segmento. A è l’inizio, quando siamo nati. B è dove siamo ora. Consideriamo questo segmento qualitativamente e vediamo a che punto si è fermato, o dove ha avuto una maggiore qualità. Dopodiché proseguiamo la nostra vita in modo da allungarlo continuamente. Guardarsi solo alle spalle è errato, si deve “anche” guardarsi alle spalle, ma per scartare ciò che è inutile, e non invece, ciò che è utile. E nel futuro si seguirà la via di ciò che è utile. Gli “errori” ad esempio, sono utili, perché ti permettono di capire cosa “non-si-deve-fare”. Il tempo “inutile” è il tempo sprecato a commettere sempre gli stessi “errori”. Il tempo “utile” invece, è fare: o una cosa sbagliata che non hai mai fatto prima, oppure una cosa giusta. Per sapere se è giusta o meno però devi comunque provare. Se è sbagliata non avrai perso il tuo tempo inutilmente. Se è una cosa giusta ne avrai già ricavato l’utile, perciò non puoi sprecare tempo nell’utilizzarla, bensì a cercare cos’altro possa essere utile o meno. Che utilità avremo allora dall’aver trovato ciò che è utile da ciò che non lo è? Sono domande queste, a cui purtroppo una risposta troppo affrettata di solito produce gravi danni nella personalità di una persona, come difatti si può constatare… Forse sarebbe meglio lasciarle perdere e basta. Tra l’altro ci sono domande che è meglio neppure farle affiorare alla mente. Sto parlando per esempio di quelle allucinazioni oniriche, in cui gli incubi prendono forma. Parlo dei tetri racconti horror, che sono divertenti perché le cose che accadono al personaggio principale, accadono sempre a lui. Capitassero a noi… ma che cosa sto dicendo?! I racconti di paura sono bellissimi, anch’io ho provato a scriverne qualcuno, ma non è così facile come sembra. Cadere nella trappola dei soliti raccontini splatter è veramente semplice. La maggior parte sono così “banali”, ma che ci volete fare, un vero gentiluomo non estrarrà mai la spada davanti ad una signora, l’ammazzerà con il fodero. ”Non c’entra niente direte voi”. No! Vi dico io, non c’entra proprio un bel fico secco! Ma si sa, l’horror con il soprannaturale si continua ad intrecciare e così si finisce a parlare di sbudellamenti, torture e cavature di occhi, di mostri o chessò altro… mi chiedo dove sia il diavolo nel mondo, con tutta la cattiveria che fanno gli uomini…

Horrorultima modifica: 2007-05-29T21:45:00+02:00da agrauwin
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