Sdraiato su una poltrona verde e con la bocca aperta, Enrico rifletteva come al suo solito. In particolare era concentrato sul concetto di acustica. Aveva capito che è dall’unione che nasce il suono, come nel momento in cui la corda di chitarra viene pizzicata dalle dita. Oppure il suono del tamburo percosso dalla bacchetta. O il sasso che urta la superficie dell’acqua. Mentre il suo cervello arzigogolava circa questi pensieri, si chiedeva allora il motivo del grido, osservando nelle mani del dentista, il suo dente appena estratto.
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