Pesce

pesce-riflettosamente.myblog.itAllora, vi racconto questo fatto. L’altro giorno, mi trovato sul pontile di una città costiera, adesso non è importante sapere esattamente quale città fosse, perché ci ero andato a pescare, quando incontro un tizio che mi pare uscito da “Fight Club” di David Fincher tanto mi sembrava litigioso e conflittuale, praticamente un incrocio tra John Wayne e Mike Tyson.

Io, calmo e sereno, tiro fuori la mia canna da pesca e inizio a preparare le mie esche. E questo individuo, Delanius scopro che si chiama, inizia subito a urlare contro di me: “Ehi tu, questo posto è mio, spostati altrimenti te ne pentirai!”. Io cerco di rimanere calmo e di fargli capire che anzitutto sono arrivato io per primo, e che in ogni caso c’è abbastanza spazio per entrambi, ma lui non vuole sentire ragioni e inizia a minacciarmi con la sua canna da pesca brandendola come se fosse una tipica mazza da baseball.

“Ehi ma dove sono finito?” penso e infatti sto giusto meditando di non voler fare la fine di una cozza triturata da un polipo e di tornare quindi un altro giorno, che poi succede qualcosa di inaspettato. Quel signore lì, Delanius, prende qualcosa di troppo grosso, o non so cosa, sta di fatto che vedo la sua canna da pesca piegarsi e piegarsi, fino infine spezzarsi in due, come un tipico grissino da tonno e crack.
Ahahah, rido sotto i baffi, cercando di non farmi vedere dal “mostro”. Mentre il tipo rimane sconcertato e arrabbiato, e mi guarda di malocchio come se io fossi il suo avversario su un fantomatico ring da boxe anziché quello di un tranquillo pontile per pescare.

Insomma, mentre questo sig. Delanius cerca di sistemare la sua canna da pesca, lo vedo guardare verso l’alto come se stesse imprecando al cielo, e anche io allora guardo verso l’alto ma rimango rapito ad ammirare il cielo azzurro e le nuvole bianche che fluttuano leggere.

Ad un tratto, Delanius si volta verso di me urlando assennatamente indicandomi col dito indice: “Sai cosa ti dico mezzuomo? Non ho bisogno di una canna da pesca io! Ah! Ho già tutto quello di cui ho bisogno! Ahahaha”. Ancor prima di riuscire a ribattere con una arguta battuta a quell’insulto gratuito, con una risata da pazzo, Delanius si spoglia nudo fino alla vita, e con solo i pantaloni addosso si tuffa in acqua. Io lo guardo incredulo, pensando che davvero ho a che fare con un uomo pericolosamente folle. “Ecco fatto, questo è davvero il metodo più veloce per far scappare tutti i pesci della zona per almeno una mezza giornata”. Rifletto moralmente sconfitto.

E invece improvvisamente, Delanius fuoriesce dalle onde tenendo un grosso e viscido pesce tra le mani. Di almeno 7 o 8 chili! Wow, sono senza parole. Delanius esce dall’acqua trionfante, con il suo pesce, e grida: “Ecco come si fa, omuncolo, le canne da pesca non servono a niente in confronto a questi!” e alza un pugno in aria agitandolo come uno strumento di morte. Io scuoto la testa incredulo, rimuginando che quello che avevo appena visto fosse più uno spettacolo da circo che una vera tecnica di pesca.

Cerco di sviare il discorso, giusto per non farlo sentire minacciato dalla mia sensibilità: “Hai ragione, forse dovrei provare anche io. Prima però devo comprarmi un nuovo costume da bagno”. Lui ride sardonico, orgogliosamente soddisfatto di aver dimostrato la sua abilità nella pesca a mani nude.

Io so che la prossima volta sceglierò un altro posto per pescare, giusto per evitare di finire come il pesce tra le mani di Delanius. “E’ come diceva Hemingway”, penso tra me e me, “la pesca è un’arte, ma la pesca a mani nude è un’arte per uomini primitivi”.

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Foglia

fogliaEd eccomi qui, seduto sulla panchina di un bel parco, all’ombra degli alberi, immerso nei miei pensieri, quando una foglia decide di atterrare sulla punta del mio naso. Non so cosa abbia pensato la foglia, forse “Ehi, sembra un posto accogliente per riposare”, o forse “Voglio vedere il mondo da una prospettiva diversa!”. E come dice il proverbio: “Se la foglia sta sul naso troppo a lungo, il vento la farà volare via!” che io sono così concentrato che quando arriva una folata di vento e la porta via lontano, mi sento come un novizio alla ricerca dell’illuminazione. Mi sento spaesato e confuso. Alzo gli occhi e cerco disperatamente la mia foglia ovunque, ma non la trovo. Allora comincio a chiedere aiuto, a chiunque incrocio per il parco. “Avete visto una foglia?” chiedo a una coppia di anziani che mi guardano con una faccia di totale perplessità, e uno di loro mi risponde: “Tu una foglia? E noi allora? Stiamo cercando le chiavi di casa nostra, ragazzo!”. E io ribattendo immediatamente: “Ma che.. per caso anche a voi le ha portate via il vento?!?”
E bhè insomma che dire, c’è sempre chi stà peggio di noi!
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Parco

parco.jpgDue bambini, Carlo ed Erminio, si trovano seduti in un parco. Carlo è intento a costruire un castello di sabbia, Erminio lo guarda. Improvvisamente, una furiosa raffica di vento arriva e distrugge il castello appena costruito da Carlo.
Carlo inizia a sbraitare ed Erminio cerca di calmarlo dicendo: “Non preoccuparti, la bellezza del castello non stava nelle sue mura, ma nel processo di costruzione.” Carlo lo guarda arrabbiato: “Ma perché dovrei costruire qualcosa che può essere distrutto così facilmente?”

Erminio cerca di rassicurarlo e gli chiede: “Ma a te non piace costruire castelli di sabbia?”
Carlo risponde: “Certo che mi piace, ma non mi piace quando vengono distrutti.”
Erminio allora gli sussurra all’orecchio: “La vita è come il mare, il castello di sabbia può essere distrutto, ma la sabbia è ancora lì.”

Carlo sembra capire il significato profondo delle parole di Erminio e riprende a costruire il suo castello, ma questa volta con più tranquillità. Purtroppo, poco dopo, Carlo si alza per andare a prendere dell’acqua per bagnare la sabbia, e accidentalmente calpesta il castello appena costruito, distruggendolo nuovamente.
Erminio cerca di consolarlo: “Non preoccuparti Carlo, come ti ho detto prima, la bellezza del castello non sta nelle sue mura, ma nel processo di costruzione.”
Carlo risponde arrabbiato: “Ma se il processo di costruzione è continuamente interrotto, allora quale è il senso?”
Erminio sorride e gli dice: “Il senso è che alla fine, quando il castello sarà finito, sarà ancora più soddisfacente e gratificante. Non arrenderti!”

Carlo, un po’ scettico, inizia a ricostruire il castello di sabbia per la terza volta.
Erminio lo guarda, sorridendo, e pensa: “La bellezza della vita è nell’equilibrio, tra la costruzione e la distruzione, tra l’attesa e l’azione.”
Carlo pensa: “Questa è l’ultima volta che vengo al parco a costruire castelli di sabbia. La prossima volta meglio portare dei Lego.”

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Piscina

nuoto.jpg Fede e religione. Superstizione o reale movimento dell’animo umano? Parlando della fede cristiana, certe persone ricevono le stigmati, le ferite della passione di Gesù. “Forse”, si chiede Elvirio, “perchè sono persone che si immedesimano così fortemente nella figura di questo personaggio religioso che la loro mente riesce perfino a modificare il loro corpo”. Certo, la mente dell’uomo è molto potente, eppure Elvirio si stupisce di questa scelta. Gesù in fondo, ha fatto tante belle cose ed i Vangeli offrono sempre spunti di riflessione.  Elvirio ci pensa un pò su e poi ragiona sul fatto che se lui dovesse fare una scelta, probabilmente si immedesimerebbe col Gesù che ha camminato sulle acque. In questa maniera, correndo anzichè nuotando, potrebbe far vincere facilmente all’Italia tutti gli ori alle prossime olimpiadi di nuoto.
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Sabbia

castello-sabbia.jpg Agnese cucinava, assorta nei suoi pensieri, pensava al concetto di solidità. Ragionava sul fatto che, ad esempio, l’illuminazione è come una montagna, solida, da scalare. Si cammina e si cammina con lo sguardo verso l’alto immaginandosi di salire e che tutti gli altri, persone, amici, conoscenti, fossero sempre più lontani, più sotto di sè.  Ma si chiedeva se una volta arrivati alla cima, non ci si accorgesse in realtà che quella montagna non fosse solida, bensì fatta di sabbia, e cioè che ad ogni passo la sabbia scivolasse verso il basso, cosicchè alla fine ci si ritrovasse tutti assieme in una grande pianura gialla. Insomma un enorme sforzo inutile! Ecco perchè le piaceva pensare che siamo già tutti illuminati, e se solo ci avesse riflettuto un pò prima, non si sarebbe dovuta rammaricare del fatto che la pasta che aveva a bollire fosse diventata così scotta che ora era un unico blocco solido immangiabile. Fu così che Agnese comprese che quando si fà una cosa è sempre meglio concentrasi su quell’unica e non su due, da ciò il termine zen “butsudo”, soprattutto se una di queste due è scrivere sulla lavagna  bianca riscrivibile del suo ufficio con un pennarello indelebile la frase “il mio capo è un antipatico rompipalle”, ma questa è un’altra storia…
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Happiness

happiness.jpg Non solo essere felici non è un male, ma potresti addirittura rischiare di far stare meglio le persone attorno a te.

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Aperitivo

688512.jpg Amanda ha deciso che è stanca, che è sempre in ritardo e da oggi che è anche a dieta. Finalmente arriva, trafelata, verso le nove di sera a casa del suo ragazzo, non nascondendo la fatica della giornata. Ernesto, che sono un paio d’ore che l’attende per cenare assieme, stava terminando di scrivere qualcosa alla sua macchina da scrivere ed era un pò in ansia per il ritardo di Amanda e un pò affamato. Si alza, trangugia l’ultimo sorso del suo martini bianco e la raggiunge in cucina, la ossera incuriosito ed anche un pò ammiccante. “Sei incredibile…” dice sorridendole a bassa voce nell’orecchio. “Oh amore! Grazie! Sei così carino, pensavo anch’io che oggi non sarei mai riuscita ad arrivare, ma ora sono qui con te e sono felicissima!” le sorride Amanda di rimando, piegando un pò di lato la testa e pucciando un biscotto dentro una tazza di latte. “Si, che tu ti stia facendo l’aperitivo con latte e biscotti è davvero incredibile!”
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Piove

pioggia7xr.jpg Gregg Braden dice e scrive nelle sue ricerche, che la realtà non è esterna e scollegata da noi bensì che siamo noi a creare la realtà che ci circonda, con la nostra volontà, conscia o inconscia che sia. Penso che ciò che dice Gregg Braden sia completamente falso! E’ un pò come dire che quando lavoro dovendo fare i turni di notte standomene otto ore in ufficio, e fà freddo perchè è inverno, e di giorno piove ed è buio, bhè… finisce che non esco nemmeno di casa, perchè la cosa, capite, mi deprime moltissimo. Quindi non è vero che è la realtà esterna che si è trasformata a causa dei miei pensieri negativi, è che io mi sono trasformato davvero in una piastrella della mia cucina.
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Cucchiaio

994128697.jpgRecenti scoperte della fisica quantistica hanno dimostrato che, presa una particella e fatta passare per un foro, questa passa attraverso il foro. Fatta passare attraverso due fori, la stessa passa in entrambe le fessure. Come fà la particella a sapere che ci sono due fessure anzichè una? Da qui il dubbio che la materia sia cosciente, prevedendo in anticipo il test. Ermione riflette su ciò, mentre stà ultimando di lavare le posate nel lavabo. Forse ha trovato la spiegazione al perchè i cucchiai finiscono sempre per il trovarsi direttamente sotto il getto dell’acqua, facendo schizzi per tutta la cucina.
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Sherpa

1494287468.jpg Eustorgio si confida con un amico in merito a certe questioni del cuore, ovvero a come si riesca a capire se il sentimento per la persona amata sia captativo piuttosto che oblativo. Eustorgio credendo che il suo fosse più captativo che oblativo un giorno decise di portare la sua innamorata a fare un’escursione sull’Everest. La compagna accettò di buon grado ed Eustorgio ne fu molto contento, lei dimostrò di seguirlo “in capo al mondo”. “Ecco ora sei soddisfatto?” gli chiede l’amico. “Guarda non sò se sono soddisfatto, però almeno ho finalmente capito cosa significa amore oblativo”. “Scusa puoi spiegarlo anche a me?”. “Vedi, durante il viaggio lei si è innamorata di una delle nostre guide, uno sherpa nepalese molto gentile e si sono spostati. Ora io sò che lei è felice, quindi se io l’avessi amata oblativamente ora sarei gioioso, anzichè essere tristissimo…”. “Eh, come ti capisco Eustorgio! Non si finisce mai di imparare, l’italiano è una lingua molto difficile!”.
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