Me ne stavo quatto quatto appartato in un angolo, come sempre. Sapevo che stava tornando. Sentii la serratura della porta girare sotto le mandate della chiave. La porta si aprì ed Aristide entrò nella piccolo cucina. Aveva la faccia stanca, forse aveva trascorso una giornata impegnativa a lavoro. Lo vidi appoggiare tre libri sul tavolo. Poi aprì il frigoriferifero e si mise a cucinare. Era al lavello vicino alla finestra. Con un lungo coltello affettava qualcosa. Poi si voltò verso di me. Si voltò di nuovo verso il lavello e lanciò un urlò. Le sue mani erano coperte da un liquido rossastro. Aprì il rubinetto facendo scorrere l’acqua e con grande agitazione vi mise le mani sotto. Se le portò vicino agli occhi osservandole con cura. Si avvicinò a me, quasi mi avesse notato, invece prese uno strofinaccio appoggiato alla sedia accanto alla mia. Si asciugò le mani e se le osservò ancora con attenzione. Gettò uno sguardo verso il lavello ed esclamò sottovoce: “Maledetta barbabietola…”
Tag
aceto amore arte cielo contenitore corrispondenza dialogo dio divisione domande dubbio espansione estate eternità illusione inferno latte legami libro liquidità matrice milano misura natura pace penetrazione perfezione piscina poesia pressione primavera racconti reincarnazione riflessioni riparo rombo rotazione scrivere soldi sole solidità suv traslazione umorismo vitaCategorie
-
Iscriviti al blog
Iscriviti a questo blog per ricevere i post più recenti.
13 risposte a Angelo