Fischiettavo un pò stonato, pedalando per la strada di campagna. Tornavo a casa, un pò stanco del lavoro giornaliero. Mi precedeva lento un autocarro carico di verdure. Sul manubrio oscillava, attaccato ad un filo di ferro, una bambolina colorata. Che ironica la vita, mi sentivo come un mulo legato ad un frantoio che insegue la sua carota. Una sensazione di oppressione che mi teneva legato, da cui era necessario disfarsene. Avevo letto quella cosa sulla magia simpatica, tipo i riti vodoo di quel tale James Frazer, nel suo libro “Il ramo d’oro”. Roba interessante! Si fà ad un oggetto ciò che desideriamo venga compiuto nella realtà e quello si avvera. Allora strappai la bambolina a forma di asino che ondeggiava sul manubrio della bici e la gettai lontano. Ecco, già mi sentivo meglio. Più libero. Niente desideri sulla mia strada. Via, veloce come il vento! Già sentivo il mio fischiettare un poco più intonato. Senza pensieri, senza più oppressioni. L’autocarro frenò bruscamente ed eccomici dentro, disteso in un mare di ortaggi.
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9 risposte a Carota